LUCERNA BILICNE ROMANA

Descrizione della destinazione d'uso

Questa particolare lucerna bilicne, ossia con doppio beccuccio in ceramica, veniva utilizzata per illuminare il cammino che si stava percorrendo, ma anche le stanze delle abitazioni, i templi o le terme. All'interno degli edifici queste lucerne venivano appese tramite catenelle al soffitto, alle pareti o ad appositi candelabri in metallo. Grazie ad un litro di olio di oliva si poteva alimentare un lume per oltre 200 ore.

  • CHI LO HA FATTO La realizzazione di questa lucerna è da datarsi tra il 200 e il 100 a.C. ad opera di un artigiano romano ed è stata realizzata con la tecnica a matrice, ossia a stampo, non più al tornio.
  • PERCHÈ È IMPORTANTE Questo tipo di lucerna è probabilmente una delle prima realizzate con la nuova tecnica a matrice, ossia a stampo, che ha sostituito il tornio: presenta infatti una decorazione ancora ellenistica presumibilmente di derivazione orientale, dalle pergamene Herzblattlampen.
  • DOVE POSSIAMO TROVARE REPERTI SIMILI Un esemplare piuttosto simile è conservato nel British Museum. Una lucerna ascrivibile alla stessa produzione è stata invece rinvenuta a Cosa, un'antica colonia romana, mentre un altro reperto è stato scoperto nei pressi della famosa “Casa di Livia” una delle abitazioni repubblicane rimaste sul colle Palatino.